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L’importanza di introdurre precocemente la lettura nei programmi di L2 e le linee guida per l’attuazione di programmi di lettura guidata – di Claudia Adamo

Pubblicato il: 10/11/2017 17:04:01 - e


Pubblicato il 10.11.2017
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La lettura è uno straordinario strumento per costruire vocabolario e sintassi, tanto in L1 che in L2. L’abitudine a leggere determina la possibilità di acquisire un lessico vasto, variato per registro e sfumature, ma anche facilita l’acquisizione di modelli sintattici corretti, sulla cui base costruire attivamente frasi naturali ed efficaci.

Chi legge abitualmente in lingua originale, interiorizza le forme linguistiche. E’ vero che una persona che legge in lingua non è necessariamente fluente, tuttavia normalmente un lettore abituale ha un repertorio passivo di frasi e parole che possono essere attivate grazie alla pratica in un tempo decisamente più ridotto rispetto a chi non legge.

Il popolo che parla l’inglese come lingua straniera meglio al mondo sono i Danesi: rispetto agli Italiani (che sono fanalino di coda per la conoscenza dell’inglese) i Danesi non studiano inglese per più ore a scuola, anzi il numero di ore dedicate all’inglese nei loro programmi scolastici è esattamente identico a quello che fanno i nostri ragazzi.

La differenza di qualità nella conoscenza dell’inglese tra i danesi e gli italiani sembra essere correlata all’uso attivo ed abituale della lingua inglese in contesti informali: per esempio, I danesi fanno molte più ricerche su Google in lingua inglese, fruiscono più documenti e libnri in inglese e vedono più film in lingua inglese rispetto a noi. La quotidianità nell’uso della lingua, in contesti informali e ludici, può fare veramente la differenza.

Una delle abitudini che a mio avviso va incoraggiata nei bambini e nei ragazzi è proprio la lettura in inglese al di fuori del contesto scolastico. Se abituiamo gli alunni a leggere in lingua da subito, e portiamo questa buona pratica nella loro normalità, daremo loro la possibilità di acquisire inconsciamente decine e centinaia di nuove parole, formule sintattiche e frasi che modelleranno il loro uso della lingua.

Io credo che questa buona pratica sia tanto più utile quanto più è precoce. Sono consapevole che i programmi della scuola primaria sono focalizzati, per la lingua straniera, sullo sviluppo di competenze orali e questo è senza dubbio corretto. Anche nella nostra lingua madre, impariamo prima a parlare e poi a leggere e scrivere (anzi, si calcola che perché siano consolidate le competenze linguistiche necessarie nell’esordio della lettoscrittura il bambino dovrebbe parlare da almeno due anni – capita infatti che alcuni parlanti tardivi, con esodio del linguaggio dopo i 4 anni, abbiano difficoltà nell’intraprendere l’alfabetizzazione in lingua madre).

Pur partendo da questa consapevolezza, io incoraggerei i docenti già della scuola primaria a proporre presto (il prima possibile) dei training di lettura in inglese ai bambini, e instaurare (tramite uso della biblioteca, bookcrossing etc) una abitudine a leggere, consultare e sfogliare libri in inglese.

L’obiezione più ovvia e comprensibile è che oggettivamente la lettura in lingua inglese è uno scoglio importante, specie per bambini che (a differenza dei danesi) non hanno la possibilità di ascoltare l’inglese dalla televisione (i danesi hanno anche molta più televisione in lingua originale con i sottotitoli rispetto a noi).

Tuttavia, è anche vero che tecniche didattiche come lo storytelling (aiutandosi con supporti quali flashcards, libri illustrati, video, oppure tecniche di lettura drammatizzata) possano dare una grande mano agli insegnanti per introdurre la lettura in inglese. La storia avvince e coinvolge i bambini, che sin dalla più tenera età dovrebbero essere abituati ad ascoltare la lettura ad alta voce: allena intuizione ed attenzione, oltre che trasmettere un importante patrimonio linguistico.

Oltre allo storytelling, che è indispensabile per avviare i ragazzi al piacere del racconto in lingua straniera, ci sono altre maniere che mi sento di suggerire, per facilitare anche la lettura individuale (che è altrettanto importante per consolidare la lingua):

Usare gli audiobook: l’audiobook permette di ascoltare e leggere contemporaneamente. Attivando due canali percettivi contemporaneamente, saremo in grado di facilitare i nostri piccoli lettori e costruire anche nei bambini una sorta di mappa delle corrispondenze fonema-grafema.
Usare libri costruiti attorno alle parole ad alta frequenzs (per esempio la linea K-words della Ladybird, o gli Early readers della Usborne). In questi libri, il testo viene costruito semplicemente attorno a poche parole target (scelte perché altamente frequenti nella lingua), che ricorrono spesso e che quindi si imprimono facilmente nella memoria grazie alla ripetizione.
Iniziare a leggere su piccoli e semplici libri, ben definiti sulla base del livello dello studente, è importante anche per costruire la motivazione a leggere, che si basa sia sul fatto che la storia deve essere interessante, ma anche sull’autostima che scaturisce dal sapere maneggiare un libro in L2.

Nutrendo l’autostima del piccolo lettore, ci avviciniamo al nostro obiettivo, ovvero al fare di lui un lettore abituale. Ovviamente altrettanto importante sarà fornire un luogo dove i libri possano essere consultati con piacere, come un angolo dedicato all’inglese nella biblioteca scolastica o rionale. Tanto più piacevole, divertente e gratificante, ma anche assiduo e curato negli anni con costanza, sarà l’incontro con i libri, tanto più semplice sarà render un bambino di oggi un ragazzo ed un adulto che guarda ai libri in inglese con la stessa semplicità e naturalezza con cui guarda ai libri nella sua lingua madre.

link utili: 

Scuola di inglese OPEN MINDS

Claudia Adamo - Linguista

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